Vorrei segnalare il trend che sta diventando sempre più comune: il giornale, o il sito di turno, che approfitta di una disgrazia per pontificare sui pericoli del trekking.
L’altro giorno leggevo questo articolo in cui una rifugista si lamentava della qualità tecnica dei suoi ospiti.
Sempre più gente cerca di passare il tempo libero facendo cose belle all’aperto. È giusto fare sensibilizzazione sui pericoli, ma facciamolo con l’obiettivo di formare, non di lamentarci.
A volte i rifugi non hanno nemmeno un sito internet, per dire: se vogliamo che le persone siano preparate ed informate, bisogna investire per prepararle ed informarle. Altrimenti saranno dei pionieri, e come tali soggetti al rischio di sorprese.
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