Ecco perché i rettori, invece di togliere gli striscioni di non partecipazione al lutto nazionale appesi dagli studenti, dovrebbero invece metterli. Il post di Francesco Pallante su ROARS
L’università ha pagato un prezzo altissimo negli anni del berlusconismo
Prima Moratti, poi Gelmini: efficientismo aziendalista, competizione interuniversitaria, burocratizzazione spinta, valutazione quantitativa, precariato lavorativo. E tanti tagli. I più draconiani di sempre. Meno 1,3 miliardi di euro all’anno, su un totale di 7,4 miliardi. Un colpo quasi mortale, testimoniato dal crollo del numero dei professori, dei ricercatori, dei collaboratori linguistici, del personale tecnico-amministrativo. Per non dire delle gravissime ripercussioni su immatricolazioni e laureati.