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Giusto per descriverlo un attimo, per chi non lo conosce: si parte da Madonna di Campiglio e si arriva a Trento.
Sono poco più di 100 km, da fare in 4, 5 o 6 giorni, a seconda di come si preferisce suddividere le tappe.
Data l’altimetria diversa tra partenza e arrivo si affrontano molti km in discesa: c’è comunque molto dislivello in salita da considerare, dato che sarà necessario passare in continuazione da una valle all’altra.
Qui c’è il sito ufficiale, con tutte le info e i tracciati gpx da scaricare. Tracciati, plurale, perché il Cammino è diviso in "San Vili alto " e “Sal Vili basso”: il percorso è sovrapponibile, tranne per alcune varianti che, nel primo caso, portano a passare più boschi e saltare qualche paesino a fondo valle.
Come l’abbiamo percorso noi
Abbiamo lasciato la macchina a Trento, vicino alla stazione degli autobus. C’è una corsa per Madonna di Campiglio circa ogni ora, e in due ore si arriva su. Molto comodo, con l’unico difetto che una parte del percorso viene “spoilerata”. E vabbé.
Abbiamo dormito vicino alla partenza e il mattino dopo ci siamo alzati e abbiamo percorso poco più di 40km, fino ad arrivare a Saone. Curiosità: letteralmente alla prima uscita dall’asfalto abbiamo trovato strada sbarrata (stanno rifacendo una fognatura). Non è più successo per tutto il resto del percorso, ma in quel momento, con 40km da fare, abbiamo temuto il peggio.
E’ stata una tappa lunga: siamo arrivati verso le 7 di sera. E’ però tutta a fondovalle o quasi, per cui non ci sono dislivelli significativi da affrontare. Ci sono anche dei piccoli tratti di bosco, ma il concetto generale è più o meno questo.
Seconda tappa: da Saone a San Lorenzo Dorsino. Il percorso prevede un salitone subito dopo Saone, per scendere subito dopo nello stesso versante. Ci siamo guardati in faccia, abbiamo preso in considerazione i 40 km del giorno prima e i circa 25 (con oltre 1000 metri di dislivello) previsti per quel giorno, e abbiamo deciso di stare nella ciclabile giù a valle. Avremmo avuto modo di fare boschi e montagne nel pomeriggio. E infatti così è stato.
Il percorso non lo prevedrebbe, ma noi abbiamo deciso di passare a San Lorenzo e dormirci pure, per vari motivi che spiego meglio più avanti. E per la vista dal terrazzo dell’hotel.
Terza tappa: San Lorenzo - Terlago. Sempre 25 km, poco meno di 1000 metri di dislivello. Fin qui abbiamo sempre percorso il cammino basso, ma in questa tappa abbiamo scelto quello alto. E’ stata sicuramente la tappa più bella, con un sacco di potenziali cartoline da piccoli paesini. Scorci incantevoli tra un bosco e l’altro. Ancora paesini. E ha pure piovuto. E, ahimè, dato che l’intera giornata è passata tra un bosco e l’altro, la sera in albergo l’abbiamo passata a tirarci via zecche.
Menzione d’onore però all’abergo, l’hotel Lillà. Che è fuori dal percorso, per cui serve deviare per arrivarci, ma ha una colazione incredibile. Nettamente la migliore che abbiamo trovato sul percorso.
L’ultimo giorno poi abbiamo raggiunto Trento. Abbiamo tagliato via una parte di salita dal percorso previsto, quella che portava ai laghi di Lamar. Business decision, per poter passare qualche ora in più a Trento a goderci un gelato in piazza. Sono venuti fuori comunque 15 km circa, e la discesa che porta in città è davvero lunga: rischiare guai alle ginocchia proprio l’ultimo giorno non ci convinceva, per cui l’abbiamo affrontata con più ore a disposizione.
Consiglio di fare questo cammino perché:
Si trova acqua ovunque, è fresca e buonissima, e quindi si riduce di molto il peso nello zaino
Salvo eventi meteo particolari, è un cammino molto fresco, e si può fare anche in piena estate
Si sta molto nel bosco: può essere un primo assaggio di montagna anche per chi è poco pratico
Dura il giusto: 100 km sono davvero una distanza gestibile
E’ segnato molto bene (anche se un gpx è utile, sempre). Curiosità: spesso trovi un bivio e non è indicata la direzione da prendere: vai a naso, e immancabilmente trovi pochi metri più avanti un simboletto SV. Come a dire “bravo, hai indovinato!”.
Lo sconsiglio perché:
Ci sono davvero poche strutture di appoggio (zero proprio, in alcune parti del percorso). Per di più, se si va in estate, un buona parte richiede un soggiorno minimo di almeno 3 notti. Alla fine si è costretti a deviare dal percorso e andare a dormire a qualche km di distanza, oppure a snaturare le tappe.
Tra l’altro, il tracciato passa vicino ad alcuni punti interessanti (ad esempio: San Lorenzo), ma sceglie di non toccarli. Dato che è comunque un percorso arbitrario (sì, ok, c’è la leggenda del corpo di San Vigilio, e in teoria si ricalca il percorso che hanno fatto per portarlo a valle… ma è una premessa annullata già dall’esistenza delle varianti alto / basso.
Varianti che, secondo me, non aggiungono molto, e anzi creano confusione nella scelta: ogni volta ti chiedi “quale faccio?”
Lo sconsiglio anche a chi piace la parte sociale di un cammino, ovvero il trovare altre persone lungo il percorso e fare un pezzo di viaggio insieme. Almeno per adesso, sul San Vili potete escludere questa possibilità.
Fine!
Spero di aver fatto una buona sintesi, capace di far capire a grandi linee di che tipo di cammino si tratti… ma se non è così, chiedetemi pure!